Sull’hora incerta: Consenso informato, DAT e fine vita
In questi ultimi anni stiamo assistendo ad un acceso dibattito su un tema strettamente legato all’assistenza infermieristica, quella degli interventi da riservare al malato nel fine vita. Le questioni, relative alle decisioni da prendere nella cura dei pazienti in limine vitae, interessano la società, odierna non solo dal punto di vita dell’assistenza sanitaria, ma soprattutto dal punto di vista socioculturale ed etico: in esse si rivelano infatti le scelte di fondo, i valori dominati, la concezione dell’uomo e del suo futuro. Il fine vita porta ad una riflessione etica che va ben oltre l’aspetto normativo poiché apre un dibattito sull’ indisponibilità della vita umana, il diritto umano ad autodeterminarsi, la proporzionalità degli atti terapeutici e diagnostici, il consenso informato.
La vita umana, nonostante i progressi eccezionali della scienza e della tecnica, continua ad essere un mistero a cui ogni individuo dà significato e finalità diverse. Da un lato, non si riesce a trovare un consenso unanime sul momento preciso in cui inizia la persona, dall’altro le moderne tecnologie di rianimazione e terapia intensive hanno allungato il tempo del processo del morire. Nell’ uomo la vita non ha solo una dimensione biologica ma anche spirituale, etica, sociale. Il nodo etico consiste proprio nel valore e senso che ogni individuo riesce a dare alle varie dimensioni della propria vita e il diritto a disporne liberamente. Da ciò consegue che nel fine vita vi sono molte correnti di pensiero che si sovrappongono e creano posizioni contrastanti sulla liberta di disporre della propria vita come bene individuale. In Italia l’eutanasia, sia essa passiva che attiva, ed il suicidio assistito sono vietati dalla legge. A tale vuoto legislativo ha sopperito la giurisprudenza attraverso le famose sentenze del caso Welby ed Englaro in cui si è permesso di interrompere le cure considerate sproporzionate alla condizione clinica.
L’ approvazione in via definitiva da parte del Senato del ddl “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento” ha permesso così di colmare un vuoto legislativo su temi come il consenso informato e le diposizioni anticipate di trattamento. Lo spirito del progetto è che nessun trattamento sanitario possa essere posto in essere o continuato senza il consenso libero e informato della persona interessata. Per dare la possibilità di esprimere la propria volontà anche quando vi sono condizioni cliniche che non lo permettano, sono previste le cosiddette disposizioni anticipate di trattamento (DAT) che permettono di dare disposizioni su preferenze rispetto a scelte terapeutiche e trattamenti sanitari, compresi nutrizione e idratazione artificiali. Diviene così fondamentale per l’infermiere la conoscenza delle decisioni relative al fine vita alla luce delle più recenti norme giuridiche per affrontarle nel rispetto della volontà del paziente. Nei vari setting assistenziali ci si trova spesso di fronte ad una situazione di terminalità in cui i dubbi e le incertezze etico deontologiche spingono a porsi interrogativi sulla proporzionalità della cura e sulla qualità di vita prodotta dalla pianificazione assistenziale. L’infermiere in questa fase al limite della vita è chiamato al rispetto della vita nella sua fase terminale attraverso competenze non meramente tecniche.
Il corso è gratuito e riservato agli infermieri ed infermieri pediatrici iscritti agli Opi delle Marche
(Ascoli Piceno, Fermo, Ancona, Macerata e Pesaro Urbino)
- Crediti
- 8
- Discipline
- Infermiere
- Infermiere pediatrico
- Data
- 6 ottobre 2018
- Numero accreditamento
- 3174-240321
- Luogo
Teatro dell’Aquila
Via Giuseppe Mazzini, 8,
63900 Fermo FM
Fermo- Allegato
- Locandina evento 6 ottobre nuova.pdf
- Partecipanti ammessi
- 120
- Posti disponibili
- 46
- Costo iscrizione
- Per tutti i partecipanti: gratuito